Creato il 6 Aprile 2019

Il Museo della Regina è lieto di annunciare la pubblicazione del quarto numero della collana Litus: I quaderni del Museo della Regina, n.4, curato dalla dott.ssa Marialuisa Stoppioni e interamente dedicato ai risultati dello studio sulla stele daunia promosso dal museo in collaborazione con illustri studiosi. Il rinvenimento di una stele attribuita alla cultura della Daunia è datata al VII – VI sec. a.C. all’interno di un’area destinata allo scarico delle macerie del cantiere per il Centro Video Giochi Sport in via Indipendenza, a Cattolica, ha rappresentato un evento di straordinario interesse, storico e archeologico, e ha dato l’avvio ad un complesso scavo archeologico e al rinvenimento di un più antico villaggio, databile all’età del bronzo antico/medio. L’importanza del reperto e le vicende seguite al suo ritrovamento richiedevano uno studio rigoroso e un’analisi approfondita, nonostante la stele giacesse tra le macerie della discarica, e non nel luogo originario in cui era rimasta seppellita in antico. Il Museo della Regina ha pertanto promosso lo studio dell’importante reperto; l’analisi è stata condotta da alcuni dei maggiori esperti della materia: Stefano Medas, archeologo navale, ha eseguito un’accurata e originale indagine sulla iconografia navale, prevalente sul lato A, dove appare graffita una grande imbarcazione che occupa tutto il campo; un altro scafo, più piccolo e a modestissimo rilievo è rappresentato sul lato B, in uno dei pannelli che ne compongono l’ornamento; Maria Luisa Nava, massima specialista di stele daunie e già Soprintendente di Napoli e Salerno nonché della Basilicata, ha inquadrato il grande documento rinvenuto a Cattolica all’interno della tradizione, culturale e antropologica, dei segnacoli funerari di grandi dimensioni che campeggiavano nelle necropoli protostoriche dell’Italia adriatica centro-meridionale e ne ha inquadrato le caratteristiche, figurative e compositive, rispetto alle tipologie note; Luigi Malnati, Soprintendente Archeologo dell’Emilia Romagna al momento della scoperta, e già Direttore Generale presso il Ministero ai Beni Culturali, ne ha analizzato le modalità del rinvenimento e le questioni connesse alle giaciture secondarie. Ma le molte e complesse questioni poste dal monumento e dalle stesse modalità di rinvenimento necessitavano anche di altre indagini; Stefano Lugli e Cesare Andrea Papazzoni, dell’Università di Modena e Reggio, hanno compiuto le analisi geologiche, mentre ad Anna Maria Mercuri, della stessa Università, sono state affidate le analisi palinologiche; a tutto ciò si aggiungono le minuziose azioni conseguenti al restauro grazie alle quali Lucia Vanghi ha recuperato i pigmenti che oggi consentono di affermare che la stele, nella sua veste originaria, era colorata, certamente di rosso e di grigio scuro.

Il libro è scaricabile gratuitamente qui e disponibile alla pagina del Museo della Regina del sito Academia.edu.
 

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