NESSUN DORMA!
Rassegna di Teatro Contemporaneo
martedì 25 novembre 2014 ore 21.00
Clôture de l’amour
Fine di un amore
uno spettacolo di Pascal Rambert
traduzione Bruna Filippi
con Anna Della Rosa, Luca Lazzareschi
Emilia Romagna Teatro Fondazione
Salone Snaporaz
Piazza Mercato 15
47841 Cattolica (RN)
La rassegna Nessun Dorma! parte il 25 novembre con Clôture de l’amour - Fine di un amore di Pascal Rambert, che con questo spettacolo ha già ottenuto numerosi riconoscimenti fra cui il Premio della Critica 2012 in Francia, il Palmares du Theatre nell'aprile del 2013 e il Grand Prix de la Literature dramatique 2012. La versione originale francese dello spettacolo, che ha debuttato nel luglio 2011 al Festival D’Avignon riscuotendo immediatamente uno strepitoso successo, è stata ospite di VIE Festival nel 2012 e nell’autunno dello stesso anno Emilia Romagna Teatro ha prodotto la sua versione in italiano scegliendo come protagonisti due tra i più apprezzati interpreti della scena italiana: Anna Della Rosa, impegnata anche di recente nel cast del film Premio Oscar ‘La grande bellezza’, e Luca Lazzareschi, nel pieno della sua carriera artistica.
In una grande stanza bianca, una donna ed un uomo si parlano attraverso due lunghi monologhi – che non arriveranno mai a farsi dialogo – interrogandosi sulle ragioni della fine della loro storia d’amore. Il flusso ininterrotto di parole, le domande – risposte che si scatenano e la respirazione bloccata creano una sorta di maratona tra paura e liberazione: è proprio lì, nel mezzo del momento doloroso, che Pascal Ramebrt ci porta, senza temere di disturbare, di creare dubbio, di immergerci nei meandri di una storia che porta inesorabilmente alla rottura. Due sguardi, due parole, due corpi e due silenzi per raccontare la violenza di un amore che muore, cercando di far emergere il più possibile l’universalità di questa circostanza, come afferma lo stesso regista e autore: “Il mio lavoro è ispirato da elementi della realtà perché sono un grande ‘ascoltatore’. Il mio appartamento è al primo piano di un palazzo e molto spesso ascolto quello che dicono i passanti. In quel momento divento un registratore umano: tra tutto quello che ho ascoltato ci sono spesso momenti di separazione, momenti che ho dovuto affrontare personalmente tre o quattro volte. Tuttavia, per questo testo, non mi sento coinvolto dal punto di vista autobiografico. (…) Il testo è sulla realtà, ma non su una storia personale vera. Quello che volevo descrivere era l’idea della separazione, non una delle mie separazioni. (…) Quello che importa è la lingua che scappa, che fugge, che si ripete, la lingua che racconta la violenza della separazione, che la maggior parte di noi un giorno o l’altro si trova ad affrontare.”
Alla domanda “chi amiamo quando amiamo?” Pascal Rambert non dà nessuna risposta, ma si aggira semplicemente nelle possibilità, senza rifiutare quei luoghi comuni che usano almeno una volta due persone che si separano, che cercano assieme le ragioni del proprio disamore.
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